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Chi ha tolto l equo canone?

Chi ha tolto l equo canone?

Abrogato in parte nel 1992 e in parte da una legge emanata sotto il Governo D'Alema nel 1998, l'equo canone è scomparso dal nostro ordinamento, senza che una o altra forza politica concepisse e rappresentasse al popolo quella scomparsa come una grave perdita e un terribile regresso della nostra legislazione sociale ed ...

Quando si applica l equo canone?

Equo canone. È stata questa locuzione in voga per un ventennio in Italia quando si parlava di locazioni destinate all'uso abitativo. L'art. ... "Il canone di locazione e sublocazione degli immobili adibiti ad uso di abitazione non può superare il 3,85% del valore locativo dell'immobile locato.

Cosa si intende per equo canone?

equo canone Espressione con cui il legislatore ha designato l'ammontare massimo del corrispettivo che il conduttore di un immobile urbano adibito a uso di abitazione può versare al locatore (l. ... 12 e segg.; ➔ affitto).

Come si calcola l'affitto ad equo canone?

Come si determina l'equo canone. Ai sensi dell'art. 12 della L. 392/1978, l'equo canone degli immobili non può essere superiore al 3,85% del valore locativo dell'immobile, a sua volta pari al costo base di produzione moltiplicato per la superficie convenzionale dell'immobile.

In quale anno è entrata in vigore la cosiddetta legge sull equo canone?

Legge 27 luglio 1978, n. 392 – Equo Canone. Disciplina delle locazioni di immobili urbani. La durata della locazione avente per oggetto immobili urbani per uso abitazione non può essere inferiore a quattro anni.

Quando conviene canone concordato?

Tirando le somme, si può dire che l'affitto a canone concordato è senza dubbio conveniente. Tuttavia, nel caso in cui l'affitto del mercato libero non eccede di un valore superiore al 25% quello a canone concordato, i vantaggi di quest'ultimo non sono più così netti.

Chi paga la cedolare secca al 10?

La cedolare secca al 10% è il regime di tassazione agevolato che può essere utilizzato esclusivamente per affitti a canone concordato o equo canone determinato dalle associazioni di categoria, sindacati dei proprietari e degli inquilini.

Come calcolare l'affitto concordato?

Il calcolo finale del canone concordato Nella nostra situazione, ipotizzando un contratto 3+2, il prezzo per metro quadrato va da un minimo di 3,70 euro fino a un massimo di 6,50. Questo significa che si può chiedere un canone tra un minimo di 310,8 euro (3,7 euro x 84 metri quadrati) e un massimo di 546 euro.

Chi fa il calcolo del canone concordato?

Dato che anche le modalità di calcolo possono variare da comune a comune, per conoscere il calcolo esatto del canone concordato della propria città è consigliabile rivolgersi al Caf o patronato, a un'associazione di proprietari di immobili o a un'agenzia immobiliare.

Cosa sono i patti in deroga?

contratto di locazione regolato dalla legge 359/92, art. 11. Rispetto all'Equo canone, consente di derogare al canone vincolato, lasciando la determinazione dell'importo alla libera contrattazione fra le parti.

Che differenza c'è tra canone libero e canone concordato?

A CANONE LIBERO: un modello ordinario sostanzialmente libero nella determinazione del canone e nelle clausole da inserire nel contratto; A CANONE CONCORDATO: un modello con contenuto contrattuale stabilito dal medesimo legislatore o dagli accordi delle associazioni di categoria territoriali.

Cosa cambia tra cedolare secca e canone concordato?

La cedolare secca è un'unica tassa con tassazione pari a: 21% del canone annuo qualora il contratto di affitto sia a canone libero. 15% se è a canone concordato.

Quando spetta la cedolare secca al 10?

Cedolare secca 10 per cento: quando si applica in Comuni con mancanza di soluzioni abitative o densamente popolati; ai contratti d'affitto a studenti universitari; nei Comuni in cui vi sono state calamità naturali; agli affitti transitori disciplinati dalla legge n.

Cosa deve pagare l'inquilino con la cedolare secca?

Optare per la cedolare secca conviene sostanzialmente sempre, sia per il proprietario che per l'inquilino. Quest'ultimo, infatti, non è tenuto a versare la metà delle imposte di registro e di bollo, in quanto queste con la cedolare secca non sono nemmeno dovute.

Come funziona l'affitto concordato?

Contratto canone concordato: le agevolazioni fiscali Aliquota fissa del 10%, anziché del 21% Reddito imponibile ridotto del 30% ... Base imponibile per l'imposta del registro è del 30%, per i comuni ad alta densità abitativa. Imposta di registro è dell'1,4% annuo sul canone invece del 2%

Come si calcola l'affitto di una casa?

Il CANONE MENSILE si ricava moltiplicando la superficie utile dell'alloggio per il valore di euro al mq. specificamente corrispondente alla zona di ubicazione dell'alloggio, in base alla durata del contratto ed al numero degli elementi che compongono l'abitazione come da sottostante Tabella.

Come si calcola il canone di affitto concordato?

Il calcolo finale del canone concordato Nella nostra situazione, ipotizzando un contratto 3+2, il prezzo per metro quadrato va da un minimo di 3,70 euro fino a un massimo di 6,50. Questo significa che si può chiedere un canone tra un minimo di 310,8 euro (3,7 euro x 84 metri quadrati) e un massimo di 546 euro.

Quando sono stati introdotti i patti in deroga?

La legge sui patti in deroga per la locazione è la 359/92: è nata nel 1992 con l'obiettivo di sbloccare il mercato delle abitazioni e ha liberalizzato il canone e la durata dei contratti di locazione, per incentivare gli affitti.

Cosa significa contratto di affitto in deroga?

45 della Legge 203/1982. ... Detto in altri e più chiari termini, si tratta della sussistenza di un accordo che prevede pattuizioni in deroga alle norme imperative di cui alla Legge 203/1982, senza che figuri la presenza né la sottoscrizione delle organizzazioni professionali di categoria di appartenenza dei contraenti.

Cosa vuol dire canone libero o concordato?

A CANONE LIBERO: un modello ordinario sostanzialmente libero nella determinazione del canone e nelle clausole da inserire nel contratto; A CANONE CONCORDATO: un modello con contenuto contrattuale stabilito dal medesimo legislatore o dagli accordi delle associazioni di categoria territoriali.