Cosa dice Rimbaud nella lettera del Veggente?
Cosa dice Rimbaud nella lettera del Veggente?
«Voglio essere poeta, lavoro a rendermi
Veggente: lei non ci capirà niente, ed io quasi non saprei spiegarle. Si tratta di arrivare all'ignoto mediante la sregolatezza di tutti i sensi. Le sofferenze sono enormi, ma bisogna essere forti, essere nati poeti, e io mi sono riconosciuto poeta. Non è colpa mia.
Perché secondo Rimbaud il poeta deve essere Veggente?
Il
poeta deve la propria lucidità soprannaturale alla capacità di coltivare sistematicamente le sensazioni, alla sregolatezza di tutti i sensi, e diventa
Veggente grazie alla malattia, alla droga, al delitto, coltivando in sé allucinazioni e percezioni assolute: un concetto peraltro già adombrato qualche anno prima nei ...
Che cos'è il poeta Veggente?
Poeta veggente,
poeta maledetto e la ricerca del linguaggio. Il termine
veggente indica colui che è in grado di vedere il futuro, una sorta di profeta della poesia. Rimbaud facendo spesso utilizzo di droghe e di sostanze allucinogene avverte delle sensazioni premonitrici.
Qual è per Pascoli il ruolo del poeta?
Per Pascoli, al contrario, il
poeta è un uomo umile che gioisce nello scoprire le cose più modeste e genuine. Rappresenta scene che vede con la sua
poetica semplice, parla di vita umile di scene di vita quotidiana viste con gli occhi
del fanciullino.
Chi è il poeta veggente e che differenza c'è con il poeta vate?
Dalla cosiddetta
Poetica del Fanciullino alla concezione della poesia come "nido"
che protegge dal mondo, Pascoli diventa
vate e veggente: il
poeta-fanciullo
è colui
che sa vedere
e trasporre in parole il reale, non ancora inquinato da schemi mentali
e contraddistinto dal fascino della scoperta, dal simbolismo insito ...
Quale concezione della poesia si può scorgere dietro la metafora del fanciullino?
Dietro a questa
metafora del fanciullino è facile
scorgere una
concezione della poesia come conoscenza immaginosa che Pascoli piega in direzione decadente. Grazie al suo modo
di vedere le cose, il
poeta-fanciullo ci fa sprofondare immediatamente nell'abisso
della verità.
Perché vengono chiamati poeti maledetti?
Con la raccolta “I fiori del male” Baudelaire apre la stagione dei “
poeti maledetti”, così
chiamati per la loro vita sregolata, l'uso e l'abuso di alcool e droghe e il rifiuto della morale e del conformismo borghesi. Massimi esponenti di questa nuova generazione furono i francesi Verlaine, Rimbaud e Mallarmé.
Cosa accomuna le poesie di Pascoli?
Il carattere dominante della poesia del
Pascoli è costituito dall'evasione della realtà per rifugiarsi nel mondo dell'infanzia, un mondo rassicurante, dove l'individuo si sente isolato ma tranquillo rispetto ad una realtà che non capisce e quindi teme.
Che valore hanno gli oggetti nelle liriche di Pascoli?
Gli
oggetti materiali,
che hanno un rilievo fortissimo
nella poesia pascoliana, sono filtrati attraverso la peculiare visione soggettiva del poeta, e in tal modo si caricano
di valenza allusive e simboliche,
che rimandano sempre a qualcosa
di ignoto e misterioso.
Chi è per Pascoli il poeta?
Per Pascoli, al contrario, il
poeta è un uomo umile che gioisce nello scoprire le cose più modeste
e genuine. Rappresenta scene che vede con la sua
poetica semplice, parla di vita umile di scene di vita quotidiana viste con gli occhi del fanciullino. ... La poesia, quindi, tratteggia la realtà ma non la definisce.
Chi è Cebes Tebano?
Cebes Tebano:
è uno dei discepoli di Socrate che com- pare nel Fedone platonico
e che, rivolgendosi al suo mae- stro mentre costui sta per bere la pozione che ne provo- cherà la morte, dice: Come fossimo spauriti, o Socrate, prova di persuaderci; o meglio non come spauriti noi, ma forse c'
è dentro di noi un fanciullino ...
Come fa il fanciullino pascoliano a far sentire la sua voce all'uomo?
Pascoli, infatti, afferma che il
fanciullino che è in tutti noi semplicemente non ha timore di siffatte cose [la morte]. ... Maturando e sviluppando la razionalità, l'io interiore cresce e si discosta dal
sentire del
fanciullino, tuttavia egli
fa sentire sempre la
sua voce come un campanello.
Dove vivono i poeti maledetti?
Vivevano a Parigi, una città che più delle altre, all'epoca (siamo nella seconda metà del XIX secolo), offriva distrazioni e quant'altro in ogni angolo della strada, soprattutto a Montmartre. Erano
poeti assoluti per l'immaginazione e nell'espressione.
Cosa bevevano i poeti maledetti?
L'assenzio: la bevanda più amata dagli artisti Era quindi apprezzato da quelli che erano noti come
poeti maledetti, vale a dire Verlaine, Baudelaire e tanti altri artisti, come Rimbaud.
Quali sono gli eventi principali della vita di Pascoli che hanno influito sulla sua produzione poetica?
La sua vita presto fu segnata da un tragico
evento, ovvero
la morte
del padre Ruggero,
che fu ucciso mentre stava guidando il suo carro. Questo
evento segnò per sempre
la vita del giovane
Pascoli, il
quale ricorrentemente nelle sue poesie proporrà il tema
del nido.
Quali sono le tematiche più ricorrenti nell'opera di Pascoli?
I
temi principali delle poesie
di Pascoli sono la natura, la vita contadina, la morte e il mito.