:

Qual è il contrario di sgarbato?

Qual è il contrario di sgarbato?

scompiacente, scortese, screanzato, villano, zotico. ↔ ammodo, beneducato, (fam.) carino, cortese, educato, garbato, gentile, urbano. sgarbato agg.

Qual è il contrario di cordiale?

↔ alterigia, antipatia, asprezza, (non com.) burbanza, gelo, ostilità, rudezza, ruvidezza, scortesia.

Quale il contrario di dividere?

Contrari di dividere Altri contrari:accompagnare, congiungere, mescolare, abbinare, riunire, raggruppare, incorporare, annettere, radunare, cementare, assembrare, concatenare, ricollegare, adunare, conglobare, maritare, accozzare, aggroppare, raccozzare, binare.

Qual è il contrario di paziente?

↔ impaziente, insofferente. ↑ intollerante. ‖ inquieto, irrequieto, nervoso.

Qual è il contrario di ingenuo?

≈ candido, genuino, innocente, puro, schietto, sincero, spontaneo. ↔ astuto, furbo, malizioso, scaltro, smaliziato.

Qual è il sinonimo di cordiale?

di cordialis]. - [l'essere cordiale] ≈ affabilità, affettuosità, amabilità, apertura, benevolenza, bonarietà, calore, calorosità, cortesia, gentilezza, socievolezza, umanità. ↑ amore, fervore.

Qual è il significato di dividere?

Separare, disgiungere: l'un de' cigli un colpo avea diviso (Dante); anche di cose o persone che prima erano unite: d. le mele acerbe dalle mature; sono tanto amici che solo la morte potrà dividerli; d. due litiganti, mettersi in mezzo fra loro, intervenire per separarli e far cessare la lite; analogam., d.

Chi sono i degenti?

– Che passa i giorni in un luogo determinato, per malattia: è d. all'ospedale; rimase d. in letto tre mesi; sostantivato, un d., i d., le d., le persone ricoverate in un ospedale. ... [che passa i giorni in un luogo di cura, per malattia: è degente all'ospedale] ≈ ricoverato.

Che non fa male?

a. [che non nuoce, che non fa male: un farmaco, un rimedio i.] ≈ inoffensivo. ↔ dannoso, lesivo, nocivo, pericoloso.

Che significa quando una persona è ingenua?

«indigeno, nativo; nato libero», poi «onesto, schietto, semplice»]. – 1. a. Di persona che, per semplicità d'animo e soprattutto per inesperienza degli uomini e del mondo, conserva l'innocenza e il candore nativi ed è aliena perciò dal pensare il male e dal supporlo in altri.