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Cosa vuol dire essere in un brodo di giuggiole?

Cosa vuol dire essere in un brodo di giuggiole?

Il detto Andare in Brodo di Giuggiole “Andare in brodo di giuggiole” è un'espressione figurata che significa “andare in solluchero, uscire quasi di sé dalla contentezza” e la sua origine è un'alterazione dell'espressione di provenienza toscana “andare in brodo (o broda) di succiole”.

Che pianta è la giuggiola?

Ziziphus jujuba Un piccolo frutto di antiche origini, ricco di proprietà benefiche. La giuggiola è il frutto prodotto dalla pianta del giuggiolo, il cui nome scientifico è Ziziphus jujuba. Si tratta di un piccolo arbusto di provenienza asiatica, che nel corso dei secoli si è diffuso nei paesi mediterranei e in Italia.

Come si possono conservare le giuggiole?

Si possono conservare in alcol o grappa. In medicina naturale le giuggiole si utilizzano per le notevoli proprietà antinfiammatorie (frutto fresco), emollienti ed espettoranti (decotti di frutti disidratati).

Come si chiamano le giuggiole?

Il giuggiolo (Ziziphus jujuba Mill.) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae e al genere Ziziphus, noto anche come dattero cinese, natsume o tsao (cinese semplificato: 枣; cinese tradizionale: 棗; pinyin: zǎo). Il frutto viene detto comunemente giuggiola (plurale: giuggiole).

Dove si possono trovare le giuggiole?

Se vi state chiedendo dove è possibile trovare l'albero di giuggiole nel nostro Paese la risposta è semplice. Le aeree che più si prestano alle coltivazioni di questo albero sono nei territori del Veneto, Toscana e Campania.

Dove fanno il Brodo di Giuggiole?

Arquà Petrarca Il liquore Brodo di Giuggiole si ottiene dall'infusione della giuggiola, è un prodotto raffinato ed esclusivo, tipico della piccola cittadina di Arquà Petrarca, in provincia di Padova. Qui da molto tempo si è conservata la produzione artigianale di questa particolare bevanda, nel pieno rispetto della ricetta originale.

Quando comincia a fare i frutti l'albero di giuggiole?

Il periodo in cui piantare il giuggiolo è, come per molte altre piante del frutteto, il momento di stasi vegetativa. L'ideale è procedere a fine inverno (febbraio), dove l'inverno non è troppo freddo si può fare anche a novembre.

Come si riproduce la pianta del giuggiolo?

Se volete cominciare a coltivare il giuggiolo:
  1. Mettete a dimora uno dei tanti polloni radicali che emettono gli alberi, dopo averlo fatto opportunamente radicare in un suolo leggero, mantenuto umido.
  2. Iniziate a curare il pollone dall'autunno precedente, quindi al termine dell'inverno trapiantate la pianta in pieno sole.

Come si seccano le giuggiole?

Si possono intervallare le ore di forno con periodi di pausa (esempio: la sera fare essiccare le giuggiole in forno ventilato per 3 ore, poi spegnere il forno durante la notte e la mattina rifarlo partire). Nell'essiccatore a 50° per almeno 15 ore, con una temperatura più bassa occorre allungare i tempi.

Come riconoscere le giuggiole mature?

Se raccolte quando non ancora del tutto mature, le giuggiole sono verdi (sembrano delle olive) e hanno un sapore simile alla mela. A maturazione completata invece assumono una tinta scarlatta e il gusto si fa decisamente più dolce, simile a quello di un dattero (tanto che l'albero è anche detto “dattero cinese”).

Quale è il periodo delle giuggiole?

Il periodo di raccolta della giuggiola è in genere la fine dell'estate e l'autunno, sono frutti che maturano generalmente durante il mese di settembre. Indicativamente, da una pianta in piena produzione si possono raccogliere dai 30 ai 50 kg all'anno di frutti, ovviamente con una buona gestione.

Come si raccolgono le giuggiole?

L'ideale è raccogliere il frutto quando è di colore marrone scuro e inizia a raggrinzirsi sui rami. La maturazione dei frutti è a scalare, ossia: non tutti maturano insieme e la raccolta viene fatta in modo graduale.

Quanto costano le giuggiole al chilo?

Puoi trovare facilmente un giuggiole prezzo al kg intorno ai 3 euro ma non è raro trovarle esposte anche a prezzi superiori che sfiorano gli 8 euro al kg.

Come far essiccare le giuggiole?

Si possono intervallare le ore di forno con periodi di pausa (esempio: la sera fare essiccare le giuggiole in forno ventilato per 3 ore, poi spegnere il forno durante la notte e la mattina rifarlo partire). Nell'essiccatore a 50° per almeno 15 ore, con una temperatura più bassa occorre allungare i tempi.

Che origine hanno le giuggiole?

Il giuggiolo è una pianta originaria delle aree tropicali dell'Asia. È una specie fruttifera molto comune in Africa, nell'Estremo Oriente e in tutto il bacino del Mediterraneo. Un tempo era molto diffusa anche in Europa ed era ben conosciuta dai Romani, che la importarono per primi in Italia, chiamandola 'Zyzyphum'.

Come si fa il decotto di giuggiole?

Preparare un decotto di giuggiole è estremamente semplice. Lavare e denocciolare le giuggiole. Farle bollire per almeno 5 minuti in acqua, aggiungere il miele (a piacere) e lasciar riposare per almeno ¼ d'ora. Infine filtrare nelle tazze.

Come curare la pianta di giuggiole?

Per coltivare il giuggiolo serve un clima temperato e un suolo difficile
  1. estremamente rustica e resistente;
  2. non subisce particolari attacchi da parte di patologie e parassiti;
  3. sopporta la siccità e resiste sia al caldo che al freddo, sopravvivendo a inverni con picchi intorno ai -15°C.

Come fare una pianta di giuggiolo?

Ci sono tre modi per propagare l'albero giuggiolo: per seme, ma è una pratica lunga e con risultati non sempre certi; per separazione dei polloni basali, che è quella più veloce e che dà origine a piante di varie taglie, e per talea semilegnosa, che serve a moltiplicare gli esemplari di pregio.

Come seminare i semi di giuggiole?

La semina del Ziziphus jujuba può essere effettuata o in piena terra o in vaso. Il terreno deve essere lavorato e si predilige un terreno abbastanza soffice, umido e leggero. I semi vanno distanziati tra loro di 3-4 volte il loro diametro.

Quando si piantano i semi di giuggiole?

Il periodo in cui piantare il giuggiolo è, come per molte altre piante del frutteto, il momento di stasi vegetativa. L'ideale è procedere a fine inverno (febbraio), dove l'inverno non è troppo freddo si può fare anche a novembre.